Bangla, l’amore di seconda generazione. “per la cittadinanza a diciotto anni si compila un modulo ed è fatta”. I problemi, invece, sono altri.

E’ il primo film italiano che affronta gli argomenti correlati all’integrazione culturale e agli immigrati di seconda generazione, riuscendo nel difficile intento di trattare un tema così importante e serio.

Film d’esordio di Phaim Bhuiyan, di Torpignattara, studi di cinema, girato da un ragazzo italiano di seconda generazione

“Io non ho mai subito episodi di discriminazione” “O quasi. Durante il montaggio di Bangla stavo in attesa del car sharing e mi hanno fermato i Carabinieri in borghese. Mi hanno chiesto dove stessi andando, ho risposto che andavo al lavoro e che facevo il regista di film. Mi hanno guardato un po’ male. Hanno perquisito la macchina ..”

Nato in Italia da genitori bengalesi, Phaim è un giovane musulmano che vive nel quartiere multietnico di Torpignattara, a Roma.

Vive con suo padre, un sognatore, la madre, estremamente tradizionalista, e la sorella, prossima al matrimonio con un ragazzo bengalese nel pieno rispetto della tradizione.

Bangla, film

Phaim si mantiene lavorando come steward in un museo e il suo hobby principale è la musica, hobby che riesce a vivere suonando nel gruppo costituito con tre suoi amici, i Moon Star Studio.

Ed è proprio la passione per la musica la “causa” del suo confronto con una realtà diversa, rappresentata da Asia, Carlotta Antonelli.

Durante una delle serate in cui suona con la sua band nei locali romani, Phaim conosce Asia, una giovane studentessa universitaria romana.

L’attrazione scatta inevitabilmente tra i due, portando Phaim, attratto e intimorito contemporaneamente dall’altro sesso, ad un bivio decisivo per il suo futuro.

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