PD e M5S sulla cittadinanza ius soli e sullo ius culturae, molte parole e pochi fatti

Pd contro M5S sullo ius soli e ius culturae: dibattito si riapre

Nicola Zingaretti rilancia una vecchia proposta politica tanto casa alla sinistra, o meglio due: si tratta del cosiddetto “ius soli” e dello “ius culturae”.

Il segretario ne ha parlato durante l’assemblea del Pd che si è tenuta a Bologna proprio negli ultimi giorni, ma non appena nominate, hanno suscitato la critica del Movimento 5 Stelle.

Lo ius soli e lo ius culturae riguardano l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte di individui stranieri ed erano già stati bocciati anni fa, dato che si decise di mantenere lo “ius sanguinis”.

Ius soli e ius culturae contro ius sanguinis: di cosa si tratta esattamente

Nicola Zingaretti ha proposto nuovamente di prendere in considerare lo ius soli e lo ius culturae, due pilastri sui quali la sinistra si era tanto battuta, fallendo. Ad essere mantenuto fu invece lo ius sanguinis, mantenuto ancora oggi.

Tutti e tre gli elemeni citati riguardano la modalità di acquisizione della cittadinanza italiana e quello vigente prevede che quest’ultima venga assunta solo ed esclusivamente tramite via ereditaria.

Ciò significa che un cittadino straniero può essere riconosciuto come “italiano” solo se nasce da genitori italiani.

Tale legge era già entrata in vigore nel 1992, e per la precisione non prevede che sia la madre sia il padre debbano avere cittadinanza italiana, ma basta che uno dei due la possieda.

Quello che invece Nicola Zingaretti è tornato a nominare e proporre è in primis lo ius soli, che riguarda l’acquisizione della cittadinanza italiana per mezzo del legame con il territorio italiano.

Una forma di ius soli in realtà è già vigente in Italia, fin dal 1992 ma in misura ristretta rispetto al disegno proposto dalla sinistra.

Lo ius soli attuale infatti prevede di riconoscere la cittadinanza a coloro che sono nati in Italia da entrambi i genitori ignoti o apolidi.

Già nel 2015 il Pd aveva proposto una modifica per lo ius soli, che però non è stata approvata.

Se fosse stata accettata, tale modifica avrebbe garantito la cittadinanza italiana a coloro che sono nati in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno avrebbe dovuto avere il diritto di soggiorno permanente o il permesso di soggiorno di lungo periodo.

Per adesso oltre a questa proposta, si deve discutere anche quella riguardante lo “ius culturae”. Quest’ultimo mirerebbe a garantire la cittadinanza italiana ai minori stranieri arrivati in Italia entro i dodici anni di età e che svolgono nella nazione un percorso formativo della durata di almeno 5 anni. Al termine di tale percorso, loro avrebbero diritto alla cittadinanza.

Le proposte attuali e lo scontro tra Movimento 5 Stelle e Pd

Per ora il discorso di Zingaretti sullo ius soli e sullo ius culturae è stato bersagliato da diverse critiche da parte del leader politico del Movimento 5 Stelle, Luigi di Maio.

Egli avrebbe affermato che l’unica urgenza italiana per ora riguardi esclusivamente l’emergenza maltempo che si sta abbattendo sull’intera penisola.

Per adesso nel governo aleggiano tre diverse proposte: una riguarda quella dell’ex presidente della Camera Laura Boldrini, che propone di assegnare la cittadinanza italiana a chi è nato nel territorio italiano da stranieri di cui almeno uno possiede regolare permesso di soggiorno da almeno un anno dalla nascita del figlio.

Alternativa è garantire la cittadinanza a chi è nato in Italia e che abbia almeno uno dei due genitori italiano.

Un’altra proposta è quella avanzata dall’ex governatrice del Lazio Renata Polverini e riguarda lo ius culturae. Quest’ultimo prevede che il cittadino debba completare il ciclo di istruzione primaria, per poter prendere la cittadinanza.

La terza riguarda invece il cosiddetto “ius soli temperato” ed è stata avanzata dal Dem Matteo Orfini. In questo caso si propone che chi sia nato in Italia e abbia terminato un ciclo di studi nella nazione, possa ottenere la cittadinanza italiana.

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